
L'Uomo, dall'alba dei tempi si pone alla ricerca di sé stesso, e al senso stesso della vita come fine necessario alla sua esistenza. Non c'è un dopo, se non si sa cosa c'è stato prima. Si tratta di un tabù che l'uomo si porta dietro da sempre, e molti popoli hanno provato a darne un significato attraverso folkloristiche narrazioni, oppure, nella sua moderna visione scientifica, fatta di prove e teorie.
Il senso di appagamento che comporta questa domanda ancestrale è connaturale a tutti gli uomini e in tutti i tempi.
Dunque è più importante la "verità" oppure l'apparente serenità che comporta darsi una risposta per sapere chi siamo e da dove veniamo?
Una domanda a cui è difficile rispondere. Nel corso dei millenni è dei secoli l'uomo si è affidato a mitologiche esposizioni, fatte di racconti poco probabili e frutto di folklori molto lontani nel tempo.
Oggi la scienza, ha sostituito la visione cosmologica del nostro passato poco erudito, tuttavia, anche mediante un esposizione più evoluta e matematica, quindi, non frutto di fantasiose immagini, rimangono forti e impregnati nel nostro immaginario i simboli.
I simboli rappresentano l'elemento di una congiunzione concatenante che lega l'uomo di tutti i tempi; i simboli sono strettamente legati alle immagini e al loro significato, e la scienza per quanto si voglia distaccarsi da tutto il senso antropologico, non riuscirà a sciogliersi dai nodi atavici dell'uomo.
Molti popoli, da quelli più tribali e primitivi, alle grandi civiltà che hanno dato fondamento e sviluppo alle società del nostro passato, facendone delle cosmogonie ( dal caos all'ordine) dei veri e propri articolati contesti fatti di divinità primordiali e ordinatori del cosmo.
Nonostante i contesti e i personaggi siano differenti, rimane una simbologia ancestrale che lega, una visione comune, che rimane.
Un esempio su tutti, è il fenomeno che ritrae la creazione del cielo e le terra. Per alcuni aborigeni australiani si credeva che in principio il cielo è la terra fossero un tutt'uno, e fu solo tramite l'intervento di un canguro a scindere la loro unione mediante appunto il saltellare dell'animale dilatando e distendendo i cieli. Alla stessa maniera alcune tribù nigeriane, consideravano in origine il cielo e la terra uniti, e fu mediante il colpire di una donna con il contraccolpo di un pestello mentre schiacciava degli alimenti a sollevare il cielo dalla sua unione con la terra. Chiaramente la semplicità e la limitatezza culturale riservata al contesto, hanno fatto sì, che la narrazione risultasse primitiva, ma immagini simili sono riservate alle cosmogonie più complesse e articolate delle civiltà più evolute. Anche la stessa scienza si poggia su una visione cosmologica basata da una teoria chiamata "Big Bang" (grande scoppio) dove la nascita dell'universo si riflette in un esplosione, un espansione, fenomenologicamente ordinato, e fisicamente perfetto e con conseguire dell'inizio della vita.
Dal caos al mondo ordinato.
Nonostante ci siano delle divergenze di ordine dottrinale e metodologico, il senso appare universale e atavico, siamo stati tratti dal nulla/caos.
La verità nonostante rimanga appannaggio di ipotesi e costrutti artificiosi, oppure, mitologiche visioni di fantasiosi esseri dalle fattezze umane o antropomorfe, folklore di simboli e arcaiche immagini rappresentanti gli attributi divini (alcuni animali rappresentano forza, fierezza, coraggio, etc; mentre i fenomeni naturali come tempeste, terremoti, alluvioni, etc, alludono a ira, vendette, giudizi), il senso superiore appare unico.
Tuttavia nonostante l'accuratezza epistemologica del metodo scientifico, l'uomo, non è soltanto prerogativa di un sapere intellettuale; la religione, ha saputo nutrire la componente poliedrica della natura umana, fatta di emozioni e sentimenti, una struttura intima, articolata e fondamentale per l'uomo.
La verità relativa ad un esposizione scientifica, potrebbe essere più falsa di una rassicurante e accogliente ideologia cucita intorno alla natura umana. Nel corso dei secoli e millenni sono sorti molti personaggi, che hanno cercato strade, vie interiori, con l'intento di pacificare i tumulti dell'animo in merito ai mali che attanagliano l'umanità. Un ascesi fatta di moralità e sani precetti di buona coscienza, ispirati dalla miseria umana quando l'umanità si abbandona alla malvagità dall'istinto.
Tuttavia, tutte le religioni, potrebbero nutrire questi sentimenti fatti di dolore e miseria, ma che rappresentano comunque, sforzi umani, folklore rappresentato dalla dottrina della reincarnazione, ovvero, senza riuscire a scardinare questo ciclo infinito di sofferenza umana, poiché prerogativa di una concupiscenza istintiva.
La novità del messaggio Cristiano sta nella "natura" del messaggio, non di sostanza umana, ma rivelazione divina, nella figura di un Dio/Uomo che per natura può rompere questo ciclo di sofferenza, benché seppur simile alla "carne", tuttavia, per elevazione, destinato a vincere il male dell'uomo.
La verità di fede, differente da una verità scientifica, ha la vocazione per dare all'uomo quello che la verità scientifica non può darle, cioè, l'appagamento totale in merito l'esistenza personale e collettiva.
Se le prove materiali sono povere per scarsità di elementi costitutivi, le prove immateriali sono immense, poiché, il sentimento di benessere e appagamento interiore rappresentano una prova di quanto la religione (dottrina cristiana) abbia un impatto positivo sulla vita dell'uomo, ed essa non può reggere la competizione con la misera e povera scienza umana.
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