La figura del Messia, perspiciente in molte religioni e popoli, presenti e passati, ci rendono l'idea di quanto sia esso una figura antropologicamente fisiologica nel contesto umano, e comune spesso nel suo ambiente culturale. Per dare un idea, di quanto sia importante nel contesto umano, bisogna risalire alle concezioni ancestrali dell'uomo che vede l'universo pervaso dal caos. Il caos è il mondo in disordine, senza ordinamento, e la stessa creazione, che nel libro della Genesi ci pone la visione di un mondo senza assetto, è soltanto mediante l'intervento del divino che il cosmo viene tratto e ordinato. Infatti la parola cosmo, significa appunto ordine. I stessi concetti della cosmologia come scienza, non a caso sono stati tratti da termini primitivi e religiosi, e nonostante siano distanti dalla metodologia empirica delle scienza moderna, alla stessa maniera avevano la forza di evocare il senso delle cose secondo una logica intuitiva. Tale evocazione è strettamente correlata all'idea dell'organizzazione attuale dell'universo. È quanto mai assodato che il cosmo ha avuto dei tempi di formazione e di ordinazione nel proprio spazio e tempo, sino a conoscerlo come oggi lo vediamo, un sistema ordinato, sottostante a leggi della fisica ben precise e costanti. Il modello cosmologico come noi lo conosciamo, in principio lo avremmo potuto definire caotico, con densità e temperature altissime, in seguito secondo i principi della termodinamica, con aumento di entropia da bassa ad elevata, l'universo, si è organizzato distribuendo la materia come noi la conosciamo e permettendo, in seguito, secondo complicati processi durati miliardi di anni, la vita sulla terra, centro irradiante, da cui si erge l'uomo l'ultimo tassello della scala evolutiva, e gioiello della creazione nell'opera del primo libro del pentateuco, chiamato Genesi. Chiudendo la breve parentesi scientifica, ma adattando l'intuito primitivo al contesto scientifico, siamo d'accordo nell'affermare che il cosmo è un ordine, da un principio caotico ed informe; ed è la divinità a operare questo processo, che per la scienza è durata miliardi di anni, mentre, nell'opera religiosa, solo sette giorni. Bisogna dire a riguardo, che secondo l'uso ebraico, il numero sette, non ha valenza tanto di numero specifico, ma quanto più il simbolo a cui si identifica, ovvero, la perfezione e completezza. Sette, rappresenta il numero necessario e completo.La numerologia rappresenta, dunque, un simbolo per i popoli semiti e non va letto alla luce del suo significato materiale. Ritornando alle cosmogonie dei popoli antichi, la maggior parte di questi, se si allude alle civiltà più antiche, ovvero, Egizi, Sumeri o Babilonesi, e Ari e le popolazioni dell'antica civiltà della Valle del Indo, richiamano la creazione come un atto di ordine. Ma questo ordine, è messo in pericolo, dal caos come elemento avverso all'opera divina. Nella mitologia egiziana, esso incarna il serpente Apopi, che ogni notte, prima dell'alba, come narrato nei testi Sacri egizi, cerca di divorare la barca di Ra che trasporta il disco solare dopo essere stato a portare la luce nel regno dei morti, quando sulla terra dimorano le tenebre, ma ogni giorno, Ra sconfigge il serpente Apopi e risorge all'alba trionfante. Il serpente compare inoltre, nel giardino dell'Eden corrompendo la prima coppia umana, ma anche nella mitologia babilonese nell'epopea di Gilgamesh, ingannando l'eroe babilonese, e anche nella mitologia vedica incarnando il drago o il demone copritore Vrtra, che avvolge con le sue spire, metaforicamente, la creazione, ovvero il cielo e la terra. L'ordine è anche ristabilito attraverso l'acqua, simbolo di purificazione, che si identifica con il diluvio; anche esso si ritrova in più mitologie. Oltre al Noè biblico, abbiamo Utnapishtim della mitologia babilonese sopravvissuto al diluvio della mitologia sumera, ma anche il Satyavrata della tradizione vedica il quale il dio Vishnu gli appare sotto forma di pesce per annunciargli che il mondo sta per essere distrutto da un diluvio e per affidargli i germi della vita futura da conservare in un arca. Ordine e caos si ripetono, nella natura, nei sconvolgimenti naturali e negli astri, ma se questi sono eventi ciclici, alla fine si erge la figura definitiva che sottomette il caos. Questa figura assume l'autorità definitiva che ordina e domina il caos. Nel mito indiano degli Asura, una volta che Vritra il drago legò il cielo e la terra, nacque Indra per lo scopo di sconfiggere il drago, la sua era predestinazione. Una volta ucciso il drago, Indra ordinò il cielo e la terra secondo l'implicaziine induista. Per la mitologia sumera - babilonese, il compito di ordinatore lo ottiene il dio Marduk, egli, prima sconfigge i mostri che Tiamat (il mare) genera per distruggere i dei minori del pantheon sumerico, e poi uccide Tiamat, sottomettendo tutto a sè. Marduk dopo la vittoria finale ottiene il titolo di Bel (Signore) come ordinatore del cosmo. Questi aspetti di vincitori assoluti, si riscontrano in molte altre mitologie, se non nella quasi totalità, come Horo, Mitra, Apollo, e tanti altri, essi incarnano il simbolo del vincitore supremo.Questi aspetti così distanti tra loro per popolo e cultura, ma così simili da definire il loro aspetto nella mitologia comparata, esprime la cultura simbolica comune all'uomo. L'aspetto antropologico del Messia non è fantasia, ma realtà assoluta nella sfera umana.L'Uomo sente la necessità di un ordinatore della propria esistenza, se vogliamo porgerci un idea razionale e distante dal presupposto religioso, in merito il contesto umano, l'uomo emancipandosi dal suo contesto naturale (per approfondire rimando agli articoli precedenti), si è ritrovato al di fuori della sua sfera di riferimento, e il disordine (di coscienza e morale), lo ha portato dentro il caos.La figura di rifermento del cristianesimo, Gesù, va oltre la componente allegorica e mitologica di dominatore del caos e ordinatore del cosmo, ma riesce a fornire davvero gli strumenti necessari affinché l'uomo ritrovi in sé stesso la bussola che ha perduto nel processo di emancipazione dal suo contesto naturale, essa (la bussola), gli viene restituita in virtù degli insegnamenti della dottrina cristiana, è in merito della fede che si ripone in Lui. Riordinando, e concludendo, la figura religiosa di Cristo, incarna quella fame dell'uomo che vede in Lui, l'autorità cosmica, che legifera in virtù del suo ascendente regale e di figliolanza con la divinità creatrice. Egli, essendo l'Erede, possiede l'autorità di governare e condannare l'aspetto distruttivo del caos, incarnato nella figura del serpente, e propugnatore del disordine umano, che sconfina negli eccessi derivati dal disordine. Gesù è nato per distruggere la componente caotica nella vita dell'uomo e regnare con scettro di ferro affinché il caos sia eliminato definitivamente, e ricevere il titolo di Signore, Cristo Re dell'universo.
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