Creazione della Chiesa

Pubblicato il 9 gennaio 2025 alle ore 15:41

Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse:
«Questa volta essa
è carne dalla mia carne
e osso dalle mie ossa.
La si chiamerà donna
perché dall'uomo è stata tolta».
Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. GENESI 2, 21-24

Questo splendido passo della Genesi riguardante la creazione della donna, ci offre un immagine allegorica dell'incontro tanto atteso e sospirato dell'uomo con l' aiuto che gli sia "simile". Il racconto ci narra l'intervento di Dio, venendo in soccorso della sua creatura, che si sente mancante di una componente necessaria alla sua vita. Seppur a tinte colorate, la vicenda assume un carattere simbolico, forte e significativo, Dio decide di trarre alla vita la donna tramite l'uomo; avrebbe potuto crearla da qualsiasi altro contesto, eppure, il gesto non scontato lega la donna all'uomo da un vincolo carnale, di sangue, potremmo dire. Questo comunica un rapporto di parità, di rispetto reciproco e di simbiosi, l'uomo e la donna fatti dell'uno e dell'altro, presupposto non scontato considerato che oggi come in passato in molti contesti sociali, lo status quo della donna, l'ha relegata a ruoli marginali, considerandola, socialmente inferiore. Anche il contesto moderno e democratico che seppur gli ha dato emancipazione, spesso e volentieri la tratta come economia di merce sessuale. Ritornando al discorso dell'episodio narrato nella genesi, la creazione della donna, chiaramente assume un forte valore simbolico nel rispetto del sacramento del matrimonio, probabilmente si potrebbe ipotizzare un immagine allegorica di una antica tradizione cerimoniale riguardo a questo sacramento. I simboli, come detto in altri articoli, hanno forte connotazione nelle sacre scritture, nascondono dei valori aggiunti nell'interpretazione e nelle valorizzazioni delle narrazioni.
La verità assoluta e relativa assumono sfumature che si interpongono e si amalgamano nel variegato contesto umano, fatto di immagini e sensazioni, divenendo racconti dal profondo senso pedagogico.
Tuttavia, nel contesto generale, se questo fenomeno è comune a numerosi popoli, come senso di folklore e tradizione, nella liturgia cristiana assume valore dogmatico, ovvero ispirato dallo Spirito Santo, con connotazioni significative e profonde. Sono verità di "fede" che vengono prese come edificazione nel progredire della vita religiosa, il loro significato più profondo istruisce e forma il devoto, che si affida agli insegnamenti che trasmette, in questo caso fedeltà e rispetto alla propria parte di sè.
Ma come se non bastasse, queste ricche narrazioni, nate da tradizioni orali e poi trascritte su rotoli, tavolette, etc, agli albori della civiltà, assumono anche caratteri profetici.
Esso, in senso escatologico si riferisce a Cristo, vero Uomo e vero Dio, che con la sua morte di croce (sonno di morte), da vita alla Chiesa (donna), mediante, la ferita inferta nel costato dalla lancia, dove ne uscirà sangue ed acqua. In molte immagini e racconti evangelici, la Chiesa è sempre stata vista come la sposa, mentre, Cristo risulta esserne lo sposo. Dunque, alla luce del Vangelo il passo della Genesi calza perfettamente alla figura di Gesù, nuovo Adamo. La Chiesa ottiene la vita in Cristo, con questo presupposto, lo Sposo può asserire:
"Questa volta essa
è carne dalla mia carne
e osso dalle mie ossa.
La si chiamerà donna
perché dall'uomo è stata tolta".
Fare parte della Chiesa, la sposa di Cristo, di diritto comporta un rapporto privilegiato, e nel suo senso più vero il racconto ci narra una vicenda dai contorni romantici del suo creatore nei confronti della sua creatura.


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