
Mi preme fare un approfondimento in merito il concetto religioso dell'uomo, che dalla sua comparsa, lo accompagna e lo influenza, come fenomeno connaturale alla sua esistenza. Si potrebbe dire che l'uomo ad un certo punto della sua esistenza, gli sia nata la necessità di istituire un ordine in merito l'aspetto gerarchico in cui la natura l'aveva posto. L'Uomo all'apice dell'esistenza stessa, si interroga sul suo principio e il suo senso nel contesto in cui è posto. Al di là della concezione di un dio personale o collettivo, il senso logico induce a percepire nelle opere della natura un ordine e un attenzione, che dispone la mente ad individuare nel cosmo (alla lettera "ordine") un principio creatore. L'inclinazione dell'uomo nell'intravedere nelle opere naturali un velo del soprannaturale, è comune a molte culture, e spesso, è proprio questo ad ordinare la vita comunitaria, nella società e addirittura nella politica di un paese. Da ciò si potrebbe dedurre, che è connaturale all'uomo, considerare questo contesto del soprannaturale come aspetto intrinseco della sua natura. Al di là della nostra società contemporanea che si mostra emancipata nell'aspetto religioso, demistificandolo e riducendolo ad un aspetto folkloristico e superstizioso, e retaggio di una tradizione socio-culturale, persistono degli aspetti superstiziosi, anche in quei ambienti emancipati, che influiscono sulla vita del soggetto e nella sua ordinaria esistenza. Nel avanzato e tecnologico Giappone, convivono degli aspetti tradizionali, che stonano con l'evoluta civiltà cui fa mostra, un caso ne è la cura con cui le toilette pubbliche appaiono immacolate nella pulizia e nell'igiene del luogo, che farebbero presupporre nell'attenzione nell'evitare le infezioni che negli ambienti sporchi e con scarsa igiene nascondono, invece, è da risalire alla tradizione shintoista in cui nelle latrine sporche, risiederebbe uno yokai (una specie di demone) che divora le persone, per cui, da qui, si risalirebbe all'origine di avere in ottime condizioni le toilette in generale e nello specifico quelle pubbliche, delle località giapponesi. Naturalmente, questi aspetti, sono più marcati nei paesi in cui l'aspetto religioso è più forte, ma che comunque riporta un evento ordinario nella civiltà in cui si pratica. Nella cultura occidentale, causa le varie rivoluzioni intellettive (rivoluzione francese), industriali e scientifiche, che hanno messo in crisi l'aspetto religioso, ci si stupisce degli aspetti irrazionali che gli altri popoli mettono in atto nel loro contesto quotidiano, ma nonostante questa apparente lucidità razionale, nel substrato sociale, continuano a persistere dei comportamenti religiosi. Ne poneva l'esempio il famoso antropologo francese Levi Strauss, che osservava come, il fenomeno Babbo Natale, rappresentava un vero e proprio fenomeno religioso, in tutti i suoi ambiti teologici: la porpora rossa che incarna la divinità, e la barba bianca ad implicare la saggezza. Una divinità a tutti gli effetti. In più essa, corrompe i costumi, spingendo le persone ad acquistare e porgersi regali e auguri di felicità e benessere personale, ad equiparare ad un invocazione augurale, sotto il mascherato aspetto economico, e così, per tutto quello che riguarda le varie celebrazioni annuali, che vanno a sostituire o corrompere, i precedenti culti della tradizione giudaico cristiana, rimarcando il concetto di emancipazione culturale, e sostituendolo con fenomeni esorcizzanti, come l'angloamericana festività di Holloween, di tradizione celtica che sotto la velatura di una satirica rappresentazione religiosa, al contempo ne assume i caratteri, spingendo la popolazione ad assorbirne gli attributi culturali e implicandone un coinvolgimento politico e sociale, da influire sul comportamento della popolazione, come fenomeno culturale. A questo si vanno ad aggiungere, tutti quei fenomeni superstiziosi che sotto forma di una non precisa scientificità ( gesti superstiziosi, medianicità, tarocchi, etc) vanno a implicare la quotidianità e che rappresentano una continuità religiosa nell'aspetto umano. Infatti "Religione" nel suo senso letterale ed etimologico, significa appunto legare; legarsi ad un concetto, ad un aspetto della vita quotidiana.
Messo in conto, il suo aspetto puramente personale ed integrante della sfera umana, spesso si nota, che ci si prenda gioco della religiosità, senza tuttavia analizzare gli aspetti presi in esame, che fanno protendere verso l'idea di un aspetto umano, ma il bisogno di religiosità si esprime specialmente nell'ordinamento della vita quotidiana, volta a seguire dei principi e dei valori, che regolamentano la vita dell'uomo e che vengono regolamentati dall'autorità suprema che rappresentano la divinità. Secondo la tradizione giudaico - cristiana, è Dio, l'ordinatore del cosmo e i suoi comandi immutabili. Il concetto di peccato ereditato, va ad implicarsi al sovvertimento di questo ordine. Nel racconto pedagogico della Genesi, l'uomo disobbedisce a Dio e ciò comporta il disordine portato nella vita umana. La scienza archeologica ed antropologica, conferma che l'Homo Sapiens ha vissuto per quasi 300.000 anni da cacciatore e raccoglitore, secondo uno stile connaturale al proprio ordinamento nella natura, poi, all'incirca 10.000 anni fa, nel periodo storico chiamato Olocene, l'uomo impara a coltivare ed allevare, questo comporta un mutamento nel suo modo di vivere, e in quello sociale. L'Uomo trascendendo il suo ruolo naturale si dissocia dal suo contesto di appartenenza e assapora il disordine. Infatti, la Genesi narra che i figli avuti dopo il peccato, sono Caino ed Abele, un coltivatore del suolo ed un allevatore di bestiame, le prime comunità storiche ad emanciparsi. Questo evento inatteso per l'uomo, lo dissocia dalla sua condizione primaria e rischia di condurlo alla deriva del caos. Molti e noti sono gli aspetti della vita agricola specialmente dedite agli eccessi e ai sacrifici umani, chiaramente la nuova condizione acquisita li poneva ad una visione distorta della vita, e i loro castighi inflitti, che si narrano nella Bibbia, fungono da pedagogia, ma è anche appurato che quando l'umanità oltrepassa i limiti imposti dalla morale, non riesce più a contenere le fondamenta della società costruita su principi e valori; tali sono le istituite leggi, antiche e moderne, che pongono degli argini alla deriva immorale, e che se non bastano portano al crollo delle civiltà. La Religione, dunque, è preponderante quando è fondata su principi e valori, e rappresenta un argine al disordine e alla deriva morale, e se seppure assume sfumature soprannaturali, esse fanno parte della stessa essenza umana. Il peccato come dissociazione dal suo contesto originario (un ambiente primitivo dedito alla caccia e raccolta), conduce l'uomo al rischio di deriva morale, un superamento della linea dell'istinto umano, in paragone all'istinto animale. La religione giudaico cristiana, ha intercettato questo sentimento, e ha individuato la figura che ha riportato l'ordine nel cosmo nella persona di Gesù Cristo, spesso associato alla divinità babilonese di Marduk, che riceve il titolo di Signore, una volta aver sconfitto Tiamat (il mare) divinità dei mostri marini, che rappresentano i demoni che l'uomo porta dentro, rintroducendo l'ordine nel mondo sovverso. La tradizione giudaico cristiana, ricuce gli strappi con il passato primitivo e riporta ad un ordine morale la vita dell'uomo moderno ed emancipato, sopraelevandolo dalla sua condizione naturale a quella soprannaturale, sopra la sua natura.
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