
Premessa.
L'esegesi biblica in generale, ci offre nella sua essenza, un potente strumento per approfondire il senso originale della dottrina, ma è attraverso l' ermeneutica, in questo caso di matrice israelitica, che alla luce dell'esperienza cristiana, ci offre una visione più ampia che il fratello "Leone di Giuda", ci chiarisce nel suo insegnamento del contesto giudaico.
Gesù Cristo ebreo di nascita ed elezione, ed erede delle promesse divine al popolo ebraico, quando si esprimeva ed insegnava nel suo ministero in palestina 2000 anni or sono, manifestava con gesti e parole, un significato chiaro e preciso del contesto giudaico di appartenenza, dunque, per poter appieno comprendere il senso distinto ci si affida ad un ermeneutica ebraica.
"Lo studio approfondito della peshat (lettera), ci conduce attraverso molteplici livelli di interpretazione, dalla comprensione ermeneutica, al contesto storico, culturale e archeologico, interpretazioni incrociate e paralleli spirituali che guardano al Messia nella concezione ebraica.
I. Interpretazione Peshat (Letterale)
Per esempio, nel passaggio tratto da Vayikra (Levitico) 16:25-17:7, troviamo istruzioni rituali che regolamentano il modo in cui il grasso delle offerte per il peccato e del sacrificio devono essere trattati. In senso letterale, il testo prescrive che il grasso e altri elementi del sacrificio vengano bruciati sull’altare come offerta ad Adonai (Signore), sancendo un regolamento permanente per il popolo d’Israele nel processo di purificazione e espiazione. Questo procedimento, che prevede anche la purificazione personale – come il lavaggio dei vestiti e del corpo – mira a riconciliare il sacrificatore con lo Spirito Santo, sottolineando il legame tra l’ordinanza rituale e il benessere spirituale della comunità.
II. Contesto Storico, culturale e archeologia biblica
Queste prescrizioni si inseriscono in un contesto storico in cui il culto sacrificale era il fulcro della vita religiosa e comunitaria degli antichi israeliti. Le pratiche indicate in Levitico evidenziano una cultura profondamente rituale, in cui il sacrificio non era solamente un atto cerimoniale, ma un mezzo attraverso cui l’individuo e la collettività potevano ottenere purezza e riconciliazione con il divino.
L’archeologia biblica ha portato alla luce testimonianze delle antiche strutture rituali, come il Tabernacolo e poi il Tempio, che permettevano agli Israeliti di eseguire questi sacrifici in uno spazio sacro dedicato. I ritrovamenti relativi all’uso di altari e strumenti sacrificatori confermano la rilevanza pratica e simbolica di tali ordinanze nella quotidianità del popolo antico.
III. Riferimenti Incrociati nella tradizione biblica
L’interpretazione e la comprensione del significato di questi passaggi si arricchiscono cumulando riferimenti presenti in altre scritture:
Isaia 53:6, 11
La sofferenza del servo e l’espiazione dei peccati.
2 Corinzi 5:21
La sostituzione del peccato nell’opera di redenzione.
Giovanni 1:29
L’Agnello di Dio, simbolo del sacrificio perfetto.
Salmo 103:12
La cancellazione dei peccati tramite la misericordia divina.
Levitico 23:26-32
La santificazione attraverso i giorni di ascesa spirituale.
Deuteronomio 12:1-18 L’importanza della centralità del culto ad Adonai.
1 Corinzi 10:31
Il glorificare Dio in ogni aspetto della vita.
Questi riferimenti tracciano una linea continua dal rito del sacrificio nel Tempio fino al compimento della redenzione attraverso il sacrificio compiuato dal Messia.
La Torah (Bibbia), i Nevi'im (Profeti) e i Ketuvim ( Scritti" in ebraico e rappresenta la terza sezione del Tanakh), insieme agli insegnamenti della Brit Hadashah (Nuova Alleanza), illustrano come il concetto di espiazione e santità penetri in ogni aspetto della nostra vita spirituale.
IV. Parallelismi biblici tra il rituale sacrificale e Yeshua HaMashiach (Gesù Cristo)
L’analisi dei testi rituali di Acharei Mot (dopo la morte) e K’doshim (30ª porzione settimanale della Torah) trova un parallelo potente nella figura di Yeshua HaMashiach (Gesù Cristo).
Sostituzione e redenzione:
Così come il rituale prescriveva la sostituzione simbolica del peccato attraverso il sacrificio, anche Gesù si fa portatore della redenzione, divenendo il sacrificio perfetto che espia le colpe.
V Purificazione spirituale:
- Il lavaggio simbolico di vestiti e corpo, rivelato nella Torah(Bibbia), prefigura l’effetto della grazia salvifica che trasforma l’essere interiore di chi abbraccia il cammino di fede.
VI Offerta gradita:
Il fumo del grasso bruciato come aroma gradito ad Adonai (Signore) è un’immagine che trova eco nell’offerta della vita di Gesù, offerta come un sacrificio di amore e misericordia che raggiunge il cuore dell’Eterno .
Questi parallelismi ci invitano a riconoscere nella celebrazione del sacrificio antico un messaggio profondo: la continua chiamata alla purificazione e al rinnovamento spirituale che culmina nella figura del Salvatore.
Applicazione personale ai nostri giorni:
Nel nostro cammino quotidiano, possiamo trarre insegnamento da questo studio approfondito:
Riconoscimento dei propri errori:
Così come il popolo antico doveva lavarsi e purificarsi, anche noi siamo chiamati a riconoscere le nostre imperfezioni e a rinnovare il nostro impegno verso una vita di integrità e santità.
Ricerca della purezza spirituale:
L’immersione nel Ruach haKodesh (Spirito Santo) ci invita a un’azione interiore trasformativa, a diventare un “popolo santo” attraverso la pratica della giustizia, della misericordia e della consapevolezza divina.
Unità e comunità:
La dimensione rituale dei sacrifici sottolinea l’importanza del cammino condiviso. In un mondo spesso frammentato, siamo chiamati a trovare conforto e forza nella comunità della fede, unita nella ricerca della luce divina.
Conclusione
Che questo insegnamento possa illuminarvi sulla conoscenza dei rituali che un tempo assumenvano un tratto simbolico, attraverso forme, oggetti e elementi sacrificali, ma che al tempo presente vanno interpretati secondo un'ideale spirituale.
Che la luce della Divina Sapienza illumini il vostro cammino e possa la parola dell’Eterno risuonare in ogni vostra azione."
Leone di Giuda
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