
L'importanza di dare un valore al proprio deposito, in questo caso quello della fede, o a quello che ci è stato affidato, trova il suo compimento nelle parole che il Maestro per eccellenza, Nostro Signere Gesù Cristo, ci ha insegnato nei Vangeli. Che valore ci assegniamo? Quanto valiamo?
Lo stesso Gesù ci affida un tesoro, le mine della famosa parabola del Re che torna per ricevere il titolo regale, del denaro che a tempo debito ci sarà richiesto e se saremo stati in grado far fruttare. In un altro passo del Vangelo cita: " A chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza, e chi non ha sarà tolto anche quello che ha!", ma guai a chi si trova in difetto, nascondendo il denaro in un fazzoletto e nascondendolo in una buca sotto terra, infatti, ci ammonisce: "Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi."
Iconica è la frase del libro di Daniele:"Sei stato pesato e sei stato trovato mancante!"
Il tesoro che ci è stato affidato, rappresenta il valore che abbiamo agli occhi di Dio. Denaturare la nostra elezione, vivendo una vita da tiepidi, ci svaluta e non siamo più all'aletzza di quello che valiamo. Il nostro fratello Leone di Giuda, ci offre una prospettiva ebraica, che esplica l'esempio concreto e pedagogico del valore che ognuno di noi deve avere, seppure offre una prospettiva ormai passata, essa ci aiuta a comprendere alla luce del Vangelo, l'importanzadi essere cristiani e di apparire il sale della terra.
"Shalom!
Benedetto sia il Nome dell’Eterno.
Introduzione Peshat: Il senso letterale del testo
Nel passo tratto da Vayikra (Levitico) 27:1-15, l’Eterno ordina a Moshe (Mosè) un regolamento preciso riguardo ai voti offerti al Signore. Il testo, nell’immediato senso peshat (letterale), stabilisce un sistema di valutazione per le dediche volontarie:
- Valutazione degli individui: differenti fasce d’età vengono attribuite con una quantità in sicli (ad es. cinquanta sicli per un uomo di 20-60 anni, trenta per una donna).
- Responsabilità del Cohen (sacerdote): il sacerdote è concesso il compito di valutare la condizione del consacrato, in particolare per coloro che si trovano in condizioni di povertà, per cui viene prevista una personalizzazione del valore assegnato.
- Dediche di animali e case: si stabilisce inoltre che le offerte animali e le case, dedicate per essere "sante" ad Adonai, non possono essere scambiate liberamente, ma richiedono un riscatto con l’aggiunta di un quinto del valore stabilito.
Il testo ci invita, in maniera molto concreta e ordinata, ad attribuire valore non soltanto economico, bensì anche spirituale, a tutto ciò che offriamo al Divino.
Contesto storico, culturale e aacheologia biblica
Nell’antico Israele, la società religiosa era strettamente intrecciata alla vita quotidiana e al culto dell’Eterno.
- Economia e misurazione: l’uso del siclo come misura standard nel santuario riflette un sistema economico ben definito e condiviso. Ritrovamenti archeologici relativi a monete e pesi risalgono a quelle epoche, rendendo concreti gli insegnamenti della Torah (bibbia).
- Ruolo del Cohen (sacerdote): il sacerdote, in qualità di mediatore tra il popolo e il divino, rappresentava un punto di riferimento non solo spirituale, ma anche giuridico ed economico, garantendo l’equità nelle valutazioni.
- Aspetti sociale e Sacerdotale: l’enfasi sul rispetto dei voti e sulla loro corretta valutazione testimonia una cultura in cui la parola data a Dio era un patto sacro, fondamento della coesione comunitaria e dell’ordine sociale.
Riferimenti incrociati: Torah (Bibbia), Neviim (Profeti), Ketuvim (Salmi) e Brit Hadashah (Nuovo Testamento).
Il tema del voto e della dedizione a Dio attraversa l’intero canone biblico:
- Neviim: i profeti spesso richiamano il popolo al rispetto dei propri impegni e alla necessità di una fede sincera e senza ipocrisia.
- Ketuvim: nei Salmi e in altri libri sapienziali, la dedizione e la fiducia in Adonai (Signore) sono celebrate come espressioni di una vita rinnovata e benedetta.
- Brit Hadashah: nel Nuovo Testamento si ritrovano paralleli sorprendenti, in cui l’adempimento dei voti e della parola data si collega direttamente al messaggio di redenzione e amore incarnato da Yeshua haMashiach (Gesù Cristo).
Ad esempio, l’importanza di mantenere fede agli impegni presuppone una trasformazione interiore, che risuona con l’insegnamento di una vita piena del Ruach haKodesh (SpiritoSanto).
Inoltre, troviamo continuità in Deuteronomio 23:21-23 e 1 Samuele 1:11, 20-28.
- In Deuteronomio 23:21-23, il testo esorta il popolo ad adempiere senza indugio ai voti fatti, segno della propria fedeltà e della serietà degli impegni presi davanti a Dio.
- In 1 Samuele 1:11, 20-28 il voto di Hannah (Anna) per la consacrazione del suo figlio testimonia una fede profonda e un impegno totale verso l’Eterno, prefigurando aspetti dell’amore e della dedizione che si ritrovano nei percorsi spirituali successivi.
Parallelismi biblici: La connessione con Yeshua haMashiach (Gesù Cristo).
Alcuni paralleli tra la tematica del voto nell’antico Israele e la figura di Yeshua haMashiach (Gesù Cristo) sono notevoli:
- Promessa e Fidelità: così come nel regolamento del voto vi è l’impegno irrevocabile nei confronti di Dio, Yeshua haMashiach (Gesù) incarna la promessa di redenzione, un impegno che trascende il semplice atto rituale per trasformarlo in esperienza di rinascita spirituale.
- Riscatto Spirituale: l’aggiunta del quinto nel riscatto di oggetti e case può essere vista come simbolo della necessità di un contributo supplementare per una vera trasformazione interiore. Analogamente, la vita di Yeshua haMashiach (Gesù Cristo) ci insegna che l’amore divino richiede una partecipazione attiva e una dedizione che va al di là del mero obbligo formale.
- Impegno e responsabilità: entrambe le letture sottolineano che la parola data, sia essa un voto o una promessa di vita, deve essere onorata, rispecchiando un modello di fedeltà che si nutre di responsabilità morale e spirituale.
Questo studio non è soltanto un’analisi testuale: è una chiamata ad applicare i principi divini nella nostra vita quotidiana.
- Riflessione sui nostri impegni: come nella Torah, ogni nostro voto o promessa dovrebbe essere ponderato con responsabilità e amore per l’Eterno.
Consapevolezza del valore intrinseco: impariamo a riconoscere che il valore degli impegni non è solo materiale, ma anche spirituale. Ogni atto di dedizione diventa una finestra verso una vita rinnovata nel Ruach haKodesh (Spirito Santo).
- Crescita e trasformazione: attraverso l’esempio di figure come Hannah (Anna, madre di Samuele) e il messaggio di Yeshua haMashiach (Gesù Cristo), siamo invitati a trasformare ogni impegno in un percorso di crescita personale e collettiva, rafforzando il legame con la tradizione e la nostra identità profonda.
In sintesi, il sesto giorno di lettura della porzione settimanale, con i suoi testi e riflessioni, ci invita a riconoscere il valore sacro dei nostri impegni e a vivere una fede autentica e responsabile. La Torah (Bibbia), come nostra Derech (via), ci guida verso una vita illuminata dal Ruach haKodesh (Spirito Santo), insegnandoci l’importanza della fedeltà, della giustizia e dell’amore incondizionato verso l’Eterno e il prossimo.
Che la luce dell’Eterno illumini ogni nostro passo, e che il Mashiach (Messia) continui a guidarci verso una verità rinnovata e un amore infinito. Possiate vivere questa giornata con gioia, impegno e profonda connessione spirituale.
Benedetto sia il vostro cammino!"
Leone di Giuda.
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