
Il nostro amico e fratello Leone di Giuda, ci presenta questo argomento estrapolato dalla comunità messianica Sukkot di David, in cui ci porta nell'intimo del senso letterale e numerico dell' ebraicità. La numerologia e la lettera, evocano molti elementi comuni alla cristianità a noi cara, ma è solo attraverso una conoscenza più profonda e chiara, che riusciamo a cogliere il simbolo dell'ampio contesto ebraico che mette in luce e lega molti paralleli biblici, che a noi paiono solo eventi di una tradizione acquisita, ma in realtà appare menomata, priva di senso e conoscenza, senza la scienza della lettera. Solo attraverso l'esegesi e l'ermeneutica ebraica si ha la chiave di lettura che svela il vero nodo teologico che adatta, anzi rafforza il dogma cristiano, e confermano la piena realizzazione delle promesse ebraiche.
Il passo di oggi si lega alla figura del Messia, del numero 50 e il suo senso escatologico del riscatto: cinquanta non è solo un numero di giorni che precedeno un evento, innanzitutto è un simbolo, un evento giubilare, che si ricollega alla figura messianica di Gesù Cristo, attraverso la sua opera redentiva.
"Dalla cifra 50 alla manifestazione del Messia: un percorso di redenzione
YHVH è un Elohim (Dio) di alleanze, e ogni Suo patto è scandito da tempi, simboli e numeri profetici. Uno dei numeri più carichi di significato è il numero 50.
In ebraico, la parola chamesh (חמש) significa cinque, e da essa deriva chamishim (חמישים), cioè cinquanta.
Ma se invertiamo l’ordine delle lettere di חמש (chamesh), otteniamo משח (mashach) — la radice del verbo "ungere", da cui deriva Mashiach (Messia), l’Unto di YHVH.
Ciò che linguisticamente si nasconde nella cifra 50 è la chiave messianica della redenzione.
Shavuot, Pentecoste celebrato 50 giorni dopo Pesach, la Pasqua è il tempo in cui:
Moshe (Mosè) riceve la Torah scritta sul Sinai.
I discepoli di Yeshúa ricevono il Ruach HaKodeshLo Spirito Santo a Yerushalayim (Atti 2), la Torah vivente scritta nei cuori, in piena realizzazione di Geremia 31:31-33 e Ezechiele 36:26-27.
La cifra 50 diventa il segno del compimento di un’attesa e della manifestazione dell’unzione messianica.
Il Giubileo (Yovel): l’anno del riscatto
Secondo Vayikra (Levitico) 25:10, ogni cinquantesimo anno è dichiarato Yovel (giubileo):
"Santificherete il cinquantesimo anno, e proclamerete libertà nel paese per tutti i suoi abitanti…”
Nel Yovel, giubileo la terra torna ai suoi proprietari, gli schiavi sono liberati, i debiti cancellati: è il tempo della redenzione.
La cifra 50 è quindi simbolo di liberazione, restaurazione, grazia, e ritorno — tutte realtà che solo il Messia può realizzare pienamente.
Il profeta Isaia annuncia:
"Lo Spirito del SIGNORE YHVH è su di me, perché YHVH mi ha unto (mashach), per portare una buona notizia ai poveri…" (Isaia 61:1)
Questo è il testo che Yeshúa (Gesù) legge nella sinagoga di Nazareth, come riportato in Luca 4:16-21:
"Lo Spirito di Adonái (Signore) è su di me, perché mi ha unto per annunciare la buona novella…”
E poi dichiara:
"Oggi si è adempiuta questa Scrittura…"
Yeshúa (Gesù) si identifica come il Messia Unto (משיח), manifestazione del Giubileo eterno per Israele e le nazioni.
La parola חמש (cinque) contiene משח (ungere).
Il giorno 50 (Shavuot) Pentecoste porta con sé il segreto del Mashiach (Messia).
Il Giubileo al 50º anno è la profezia del riscatto totale.
Isaia 61 annuncia l’unto del SIGNORE, e Yeshúa (Gesù) realizza questa profezia nello Spirito e nella verità.
Elohim (Dio) ha nascosto il Messia perfino nei numeri. E nel 50, cifra della liberazione e dell’unzione, ritroviamo il cuore del Patto eterno.
Shalom"
Leone di Giuda
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