
In questo midrash il nostro fratello Leone di Giuda ci aiuta a comprendere il senso escatologico e teologico del sacrificio di Cristo sulla croce. L'agnello, elemento vincolante ed espiatorio della teologia ebraica, è in relazione con la figura di Cristo, definito dal Battista "l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo"; il memoriale ebraico ci aiuta a comprendere pienamente ogni vicenda raccontata nei Vangeli, come profetico compimento del rituale di espiazione dei peccati.
"Questo è ciò che offrirai sull'altare: due agnelli di un anno ogni giorno, continuamente. Offrirai uno degli agnelli al mattino e l'altro agnello lo offrirai al tramonto.Sarà un olocausto continuo per le vostre generazioni all’ingresso della tenda del convegno, davanti all’Adonai (Signore), dove io vi incontrerò per parlare con te. E lì mi incontrerò con i figli d’Israele, e il luogo sarà santificato dalla mia gloria." (Esodo 29:38-39, 42-43)
Qual'è lo scopo del sacrificio quotidiano?
Ogni mattina alle nove (ora terza) e ogni sera alle tre (ora nona), nel Tabernacolo terreno( Tenda del Convegno) veniva sacrificato un agnello. L’agnello del mattino espiava i peccati commessi durante la notte, mentre quello della sera espiava i peccati commessi durante il giorno. In questo modo, c’era un’espiazione continua per i figli di Israele.
Ma qual era il vero scopo di questi sacrifici? Perché il peccato del popolo doveva essere espiato?
Non erano semplicemente un rituale vuoto, ma avevano diverse funzioni vitali per la relazione tra Dio e il Suo popolo Israele.
Mantenere la Presenza di Dio
Il Tabernacolo era la dimora terrena di Dio in mezzo a Israele. I sacrifici quotidiani (in particolare l'olocausto quotidiano, "tamid") servivano a mantenere la purezza e la santità del santuario, rendendolo un luogo adatto per la presenza di Dio. Senza questi sacrifici continui, si credeva che la santità del Tabernacolo sarebbe stata compromessa e la presenza divina si sarebbe allontanata.
Espiazione Continuativa dei Peccati
Anche se c'erano sacrifici specifici per singoli peccati e il grande sacrificio annuale di Yom Kippur (Giorno dell'Espiazione), i sacrifici quotidiani servivano come un'espiazione generale e continuativa per i peccati involontari e la contaminazione quotidiana del popolo. Erano un riconoscimento costante della natura peccaminosa dell'uomo e del bisogno incessante di perdono e purificazione. Ogni giorno, la vita di un animale innocente veniva offerta in sostituzione, sottolineando che il peccato portava alla morte e che solo il sangue versato poteva espiare.
Riconoscimento della Sovranità di Dio
I sacrifici erano un atto di sottomissione e adorazione a Dio. Offrendo a Lui la parte migliore degli animali e dei raccolti, gli Israeliti riconoscevano che tutto proveniva da Dio e che Egli era il Sovrano e il Sostenitore della loro vita.
Comunione e Relazione con Dio
Attraverso i sacrifici, il popolo poteva avvicinarsi a Dio e mantenere una relazione viva con Lui. Sebbene i peccati potessero creare una barriera, i sacrifici fornivano il mezzo per ristabilire e riaffermare l'alleanza tra Dio e Israele.
Ricordo dell'Alleanza
I sacrifici erano un memoriale costante dell'alleanza che Dio aveva stabilito con Israele. Ricordavano le promesse di Dio e gli obblighi del popolo nei confronti della Sua Legge.
Simbolismo e Prefigurazione
Da una prospettiva cristiana (come evidenziato nella Lettera agli Ebrei nel Nuovo Testamento), i sacrifici quotidiani e l'intero sistema sacrificale del Tabernacolo (e poi del Tempio) erano delle prefigurazioni del sacrificio perfetto e definitivo di Gesù Cristo. Essi indicavano la necessità di un'espiazione completa, che sarebbe stata fornita una volta per tutte dall'agnello di Dio. I sacrifici quotidiani mostravano la natura provvisoria e ripetitiva del sistema levitico, in contrasto con l'efficacia eterna del sacrificio di Cristo.
Questo testo mette in evidenza il legame stretto tra l’olocausto continuo e l’intimità tra l’Eterno e il Suo popolo. Inoltre, evidenzia la relazione tra i sacrifici quotidiani dei due agnelli e la trasmissione della Torà a Mosè.
Tutto ciò è un’ombra del sacrificio eterno del Mashiach Yeshúa (Gesù Cristo). Egli fu inchiodato al legno alle nove del mattino e consegnò il Suo spirito alle tre del pomeriggio. La Sua morte è necessaria per l’espiazione del peccato nel Mishkan (tabernacolo) celeste, affinché il cielo possa scendere sulla terra e il popolo possa incontrarsi con l’Eterno nel Mishkan celeste.
Nel ruach (spirito) abbiamo accesso al Mishkan (Tabernacolo) celeste (Giovanni 4:23-24).
Le dimensioni e le conseguenze della morte espiatoria dell’Agnello dell’Onnipotente sono immense per quanto riguarda l’intimità spirituale tra l’uomo e il Creatore.
La morte e resurrezione di Yeshúa (Gesù) hanno aperto la via al servizio spirituale nel Mishkan (Tabernacolo) celeste. Tutti coloro che sono nati di nuovo hanno la possibilità di servire come Cohen (sacerdoti) nel tempio celeste. Il Mashiach (Messia) è il Kohen HaGadol (Sommo Sacerdote), e i Suoi discepoli sono i Kohanim (sacerdoti).
L’intimità con l’Eterno attraverso il sacrificio dell’Agnello è molto più profonda di quella che si realizzava nel Mishkan (Tabernacolo) terreno. Le parole non bastano per esprimere la profondità e l’altezza di questo ministero sacerdotale celeste.
Che l’Eterno apra gli occhi del nostro cuore per comprendere l’importanza del sacrificio dell’Agnello e ci riempia del Suo Spirito, affinché possiamo servire fedelmente come sacerdoti nel Mishkan celeste e incontrarci con l’Eterno ogni giorno, AMEN.
Shalom."
Tratto e liberamente ispirato dalla comunità Sukkot David
Leone di Giuda
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