
Quando pensiamo che la chiamata di Dio sia una prerogativa originariamente di sola esclusività ebraica tendiamo a sminuire l'universalità del messaggio di Dio. La Teofania del Sinai è un chiaro invito all'umanità, che il nostro fratello Leone di Giuda, ci invita ad approfondire nella peshat (alla lettera); Dio non esclude nessuna della sua opera, ed Israele è stato testimone di questo messaggio per esse "luce per le genti".
La discesa dello Spirito Santo conferma questa chiamata, in primis agli Ebrei come testimoni, e poi l'universalità della redenzione e della salvezza come riflesso per il mondo intero, e saranno proprio i discepoli rivestiti di potenza a farsi carico del ministero della parola, e se gli Israeliti della prima ora, rifiutarono di salire al monte del Signore, la Teofania dello Spirito Santo va incontro, scende in mezzo a loro, nella casa degli uomini per far udire di nuovo il messaggio di universalità, e che i discepoli hanno seminato nella diaspora umana.
"Secondo i nostri saggi, la voce di Dio sul monte Sinai si divideva in settanta voci che parlavano settanta lingue diverse, e queste voci risuonavano come scintille di fuoco. "
Ogni singola parola che è uscita dal Santo, Benedetto Egli sia (הַקָּדוֹשׁ בָּרוּךְ הוּא), al Sinai diviso in settanta lingue [לְשִׁבְעִים לְשׁוֹנוֹת]”. (Talmud; Shabat 88b)
Le "settanta lingue" sono un idioma per "tutte le lingue delle nazioni": la Torà dice: "E tutto il popolo vide le voci". Si noti che non dice “la voce” ma “le voci”; pertanto, Rabbi Yochanan disse che la voce di Dio, come era stata pronunciata, era divisa in settanta voci, in settanta lingue, affinché tutte le nazioni potessero capire. (Midrash Shemot Rabà 5:9)
"Mentre il giorno di Pentecoste (Shavuot) stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Ruach Hakodesh (Spirito Santo)e cominciarono a parlare in altre lingue come la Ruach dava loro il potere d'esprimersi.
Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo.Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio». Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro: «Che significa questo?»."(Atti degli apostoli)
Leone di Giuda
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