
Luca 10:17-20 (Nuova Riveduta)
Poi i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome!»
Ed egli disse loro: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore.
Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sui serpenti e sugli scorpioni e su tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male.
Tuttavia non rallegratevi perché gli spiriti vi sono sottomessi, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
I simboli
- Inganno e Male (Genesi 3): Il riferimento più noto è senza dubbio nel libro della Genesi, dove il serpente è "il più astuto di tutti gli animali selvatici" e tenta Eva a disubbidire a Dio, portando alla caduta dell'uomo. Qui il serpente diventa un simbolo di tentazione, inganno, disobbedienza e, successivamente, del male stesso e di Satana (Rivelazione 12:9 lo identifica chiaramente con "il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato Diavolo e Satana"). La maledizione sul serpente in Genesi 3:14-15 ("sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita") è spesso interpretata come la degradazione del male. Il versetto 3:15, che parla dell'inimicizia tra la stirpe della donna e la stirpe del serpente, è visto come la prima profezia messianica, in cui la discendenza della donna (Cristo) schiaccerà la testa del serpente (il male).
- I scorpioni sono generalmente associati a concetti negativi nella Bibbia, principalmente a causa della loro puntura velenosa e del dolore che infliggono:
Pericolo e Minaccia (Deuteronomio 8:15)
Nel Deuteronomio, Mosè ricorda al popolo d'Israele il "grande e terribile deserto, dove c'erano serpenti velenosi e scorpioni" come simbolo delle prove e dei pericoli affrontati durante il loro viaggio verso la Terra Promessa. Rappresentano la minaccia fisica e le difficoltà.
Punizione e Tormento
In 1 Re 12:11 e 2 Cronache 10:11, Roboamo minaccia il popolo dicendo: "Mio padre vi ha fustigati con fruste, ma io vi fustigherò con gli scorpioni." Qui gli "scorpioni" (ebraico ʿaqrabbìm) si riferiscono probabilmente a un tipo di frusta con punte acuminate o nodi che infliggevano un dolore simile alla puntura di uno scorpione, simboleggiando una punizione severa e crudele.
Il pozzo di Giuseppe.
Giuseppe (Genesi 37:24): Il testo biblico dice chiaramente: "Lo presero e lo gettarono nella cisterna. La cisterna era vuota, non c'era acqua in essa." L'enfasi è sull'assenza di acqua, che avrebbe dovuto causargli la morte per sete, non sulla presenza di animali velenosi, ma alcuni commentari rabbinici o Targum (traduzioni e parafrasi aramaiche della Bibbia ebraica) aggiungono l'idea che la cisterna potesse contenere serpenti e scorpioni, per enfatizzare ulteriormente il pericolo e la crudeltà dei fratelli. Tuttavia, non è presente nel testo ebraico masoretico originale della Genesi.
Deuteronomio 8:15 (Nuova Riveduta)
"che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz'acqua; che ha fatto sgorgare per te l'acqua dalla roccia durissima;"
Padre Gabriele Amorth, il noto esorcista del Vaticano, faceva una distinzione tra due "specie" di possessione operate da demoni che associava a serpenti e scorpioni.
Secondo quanto riportato, Amorth, in un'intervista con il giornalista britannico Giles Brandreth, specificò che:
- Se le pupille di una persona posseduta erano completamente rivolte verso l'alto, i demoni in possessione erano "scorpioni".
- Se le pupille erano rivolte verso il basso, i demoni erano "serpenti".
Padre Amorth non approfondì molto questa distinzione, ma è interessante notare come l'iconografia cristiana e biblica spesso associ Satanasso o i demoni a serpenti (come nel Giardino dell'Eden) e scorpioni (come descritto nel libro dell'Apocalisse, dove i demoni che escono dal pozzo senza fondo hanno "code come scorpioni e aculei").
Nel profondo tessuto della simbologia biblica, i serpenti e gli scorpioni emergono con un significato particolarmente carico, trascendendo la loro realtà biologica per rappresentare potenze e concetti di natura soprannaturale e teologica.
Sia il serpente che lo scorpione, nella loro rappresentazione biblica, superano la loro realtà animale per diventare figure allegoriche di potenze oscure e malevole. Non sono meri esseri viventi, ma strumenti o manifestazioni di forze spirituali che si oppongono a Dio e alla sua creazione. La loro presenza nei testi sacri non serve solo a descrivere fenomeni naturali, ma a comunicare verità profonde sul conflitto tra bene e male, sulla natura del peccato e sulla sofferenza umana.
Questi animali, quindi, diventano finestre su una realtà spirituale più vasta, servendo da promemoria della costante lotta contro il Male che permea la narrazione biblica e l'esperienza umana della fede.
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