
Uno dei primi Tehillim (Salmi) shel Teshuvà (תְהִלִים שֶׁל תְשׁוּבָה), cioè; Salmi del pentimento), il Salmo 6 (תְהִלִים 'ו) entra nella valle oscura della sofferenza, non con spiegazioni, ma con Tefillà (תְפִלָה), preghiera, e Tachanunim (תַּחֲנוּנִים), suppliche.
È il grido (קְרִיאָה) di chi sa che anche nel dolore, il sacro Nome (YHWH)/Attributo (יהוה) può ancora essere invocato.
»O Eterno non correggermi nella tua ira (יְהוָה אַל בְּאַפְּךָ תוֹכִיחֵנִי)...« - Sal. 6;1 - - Questo versetto inizia con il Nome/Attributo Sacro (יהוה) di Dio, che segnala un'alleanza relazionale. Chi prega sa di essere in alleanza (בְּרִית) e può parlare direttamente a Dio, anche nella vergogna.
La parola ebraica 'Tochihéni (תוֹכִיחֵנִי)' significa più che “rimproverare”. Porta con sé il significato di correggere attraverso la ragione, disciplinare con uno scopo.
Il salmista non invoca una vita senza giudizio, ma una vita senza ira divina (אַף), simbolo dell'essere consumati dal fuoco della giustizia rigorosa.
»Io sono sfinito a forza dai miei gemiti (יָגַעְתִּי בְּאַנְחָתִי)…« - Sal. 6;6 - Il verbo ebraico 'essere esauriti (יָגַעְתִּי)' significa essere sfiniti fino al midollo, non solo fisicamente ma esistenzialmente. Si tratta di una profonda stanchezza dell'anima.
La radice ebraica per 'gemere (אָנַח)' compare in altri salmi e profeti. - Non è un grido drammatico; è il tipo di dolore silenzioso e senza parole che solo D'o può interpretare.
»ogni notte allago di pianto il mio letto e faccio scorrere le lacrime sul mio giaciglio (בְכָל לַיְלָה מִטָּתִי בְּדִמְעָתִי עַרְשִׂי אַמְסֶה)…« - Sal. 6;6 - Nella visione del mondo ebraica, il corpo non è separato dall'esperienza spirituale.
Il letto del salmista diventa un altare, le sue lacrime una forma di korban (קָרבָּן), un sacrificio di vulnerabilità.
Ciò riecheggia le idee rabbiniche successive secondo cui le lacrime hanno porte nei regni celesti, vale a dire Sha’arei Dimà (שָׁעַרֵי דִמׇעה), attraverso le quali a volte le lacrime entrano più velocemente delle parole.
Il Salmo 6 (תְהִלִים 'ו) è il primo dei sette salmi della Teshuvà [ritorno] (תְשׁוּבָה) nella tradizione ebraica. - Il salmo 6 (תְהִלִים 'ו) contiene uno dei primi utilizzi della supplica 'Hoshia (הוֹשִׁיעָה)', che significa 'Salvami'. - Questo grido (קְרִיאָה) riappare nei Salmi e nei testi dei profeti.
Nella liturgia ebraica, il Salmo 6 (תְהִלִים 'ו) viene recitato come parte del servizio religioso di Tachanun (supplica), sottolineando il dolore comunitario e la fiducia nella compassione divina.
Viene recitato nel contesto festivo dello Yom Kippur
Leone di Giuda
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