Ma voi chi dite chi Io sia?

Pubblicato il 28 agosto 2025 alle ore 22:23

In questo approfondimento Leone di Giuda ci ordina le idee in merito il ministero di Cristo, la sua autorità e il rapporto con la legge ebraica. Quando sentiamo che Gesù fu un rivoluzionario, una persona fuori i schemi, un profeta alternativo e un filantropo anticonformista, probabilmente ci siamo fatti un idea sbagliata: Gesù, innanzitutto, era un vero Ebreo. La sua osservanza della legge era ortodossa e lui stesso, chiosò autoritario di essere venuto a dare compimento alla legge. Il Cristo prima di tutto quello che viene detto e spiattellato senza conoscerlo, era un vero Ebreo, e come disse ai suoi discepoli: "Ma voi chi dite che io sia?"

"La Copia del Re e la Torà Vivente

La Parashà Shoftim ( la 48a porzione settimanale della Torah nel ciclo di letture ebraico, e la quinta del libro del Deuteronomio - Devarim) istituisce un principio fondamentale: nessuno, nemmeno il re d’Israele, è al di sopra della Torà. La Legge divina è l’autorità suprema, e il monarca deve possedere una propria copia del Sefer Torà, da tenere sempre con sé, affinché ogni sua decisione sia radicata nella volontà di HaShem (Devarim 17:18-20; m. Sanhedrin 2:4).

I maestri spiegano che questo obbligo non è un mero formalismo, ma un atto di sottomissione: il re deve ricordare che la sua malkhut (sovranità terrena) è un riflesso della Malchut Shamayim (Regno dei Cieli).
Come afferma il Maharal di Praga (una delle figure più eminenti e influenti della storia dell'ebraismo), la Torà è il nomos divino, una legge che non nasce dall’uomo e che l’uomo non può manipolare. Anche il re più potente non è legislatore assoluto, ma servo della Torà.

Eppure, se questa norma vale per ogni re di Israele, essa acquista un significato più alto e definitivo nel caso del Mashiach (Messia).
Infatti, Yeshua non solo si è sottomesso alla Torà, ma l’ha incarnata.
Non si tratta dunque di un re che semplicemente porta accanto a sé un rotolo scritto, ma di Colui che è stesso definito Davar Elohim (Parola di Dio) fatto carne (cf. Yohanan - Giovanni 1:14).

Per i re comuni la Torà è un vincolo esterno; per il Mashiach (Messia) essa è la sua stessa essenza.
Per questo Yeshua (Gesù) può dire:
“Non pensate che Io sia venuto ad abolire la Torà o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per portare a pienezza” (Matityahu - Matteo 5:17).

Il Mashiach (Messia) è dunque diverso da ogni altro re:

- I re scrivono una copia della Torà: Egli è la Torà vivente;

- I re devono imparare a non innalzare il loro cuore sopra i fratelli: Egli, pur essendo Dio, si è abbassato fino a servire (cf. Filippesi 2:6-7);

- I re devono temere HaShem: Egli rivela perfettamente il timore del Cielo perché vive in unione con il Cielo.

Se la Parashà Shoftim ( vedi sopra) vuole impedire al re di trasformarsi in tiranno, nel Mashiach vediamo il compimento positivo: il vero Re che regna non per dominare, ma per servire, insegnando con la sua stessa vita che la Torà non è solo legge scritta, ma vita divina che plasma il cuore dell’uomo.

Così, nella prospettiva messianica, il principio “il re non è al di sopra della Torà” si trasforma in:
Il Re Messia è la Torà stessa in forma vivente, perciò Egli è al tempo stesso il compimento e il custode perfetto della Legge divina."

Testo tratto dalla comunità messianica Sukkot

Leone di Giuda


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