
Nell'esegesi ebraica, il termine ebraico per cuore, lev (o levav), ha un significato molto più ampio di quello limitato all'ambito affettivo che ha nelle lingue moderne.
Il cuore nella tradizione ebraica (Tanakh/Antico Testamento) è considerato il centro della persona, il luogo dove risiede la totalità della vita umana consapevole, che include:
Intelligenza e Cognizione
È il luogo del pensiero, della conoscenza, della comprensione e della memoria. Ad esempio, si parla di "cuore che ha intendimento" o della "sapienza del cuore" (Proverbi 16:23; Salmo 90:12).
Volontà e Decisione
È la sorgente delle opzioni decisive e il luogo dove si formano i progetti e le intenzioni (Genesi 8:21; Proverbi 16:9).
Sfera Affettiva ed Emotiva
Sebbene non sia l'unica funzione, il cuore è anche la sede dei sentimenti, degli affetti, dell'amore e della sofferenza (Deuteronomio 6:5, Osea 11:8).
Coscienza Morale e Spirituale
È il centro della coscienza, dove l'uomo si confronta con la Parola di Dio e dove si manifestano sia la rettitudine che la malvagità (Marco 7:21; Ezechiele 11:19, che parla del passaggio dal "cuore di pietra" a un "cuore di carne").
Ruolo Chiave e Incontro con Dio
Il cuore è il motore interiore che determina le azioni e il comportamento dell'individuo, e la verità di una persona risiede nel suo cuore.
Il Luogo dell'Ascolto
Il cuore è chiamato ad accogliere la parola di Dio. Il celebre comandamento dello Shema Israel (Deuteronomio 6:4-5) che è al centro della preghiera ebraica, impone di amare Dio "con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze."
Il Cuore di Dio
Anche a Dio viene attribuito un "cuore" (simbolico, non fisiologico) per esprimere la sua volontà, la sua compassione e il suo desiderio nei confronti del suo popolo (1 Samuele 2:35; Osea 11:8).
L'esegesi ebraica, quindi, vede il cuore non come un organo puramente emotivo, ma come l'essenza dell'essere umano nella sua totalità intellettuale, volitiva e morale, ed è per questo che è il luogo fondamentale dell'incontro con Dio.
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