La pioggia come Torah

Pubblicato il 2 ottobre 2025 alle ore 17:30

In questo approfondimento Leone di Giuda ci offre una chiave di lettura sull'elemento dell'acqua, un simbolo potente: senza di essa non c'è vita, e se il cielo ciclicamente non ci offre le sue abbondanti piogge, non ci sarebbe vita sulla Terra. I saggi ebrei associano l'acqua alla Torah, una benedizione, ma questa deve cadere su di noi costantemente, l'esercizio della lettura e la meditazione della sacra scrittura non deve essere limitativo alla conoscenza di base e superficiale. Se la pianta non viene irrigata continuamente secca e muore. Anzi irrigare costantemente la pianta spirituale, la fa crescere e alla fine produce frutto. Leone di Giuda ci fa scorgere la forza della sacra scrittura nella parabola dell'elemento per eccellenza della vita, l'acqua.


Cielo e terra; pioggia e rugiada
La Torà è come l’acqua che inizia dall’alto e scende in basso.
«Scenda come pioggia il mio insegnamento» (Devarim 32:2).

PARASHÀ HAAZINU (53ª porzione settimanale della Torah - Deuteronomio)
Mosè iniziò il suo cantico invocando i cieli e la terra come testimoni del suo insegnamento:
«Ascoltate, o cieli, e io parlerò; oda la terra le parole della mia bocca» (Devarim - Deuteronomio 32:1).

Il suo oracolo viene pronunciato prima nei cieli, e solo dopo essere stato proclamato in cielo si rivolge alla terra. Egli segue questa progressione, dal cielo alla terra, quando dice:
«Scenda come pioggia il mio insegnamento» (Devarim- Deuteronomio 32:2).

La pioggia cade dal cielo alla terra, in un certo senso collegando il cielo e la terra.

I rabbini paragonano la Torà alla pioggia che scende dal cielo sulla terra:
Rabbi Yehudah disse: «Il giorno in cui piove è grande quanto il giorno in cui fu data la Torà, come sta scritto [in Devarim. 32:2]: Scenda come pioggia il mio insegnamento. Quando Mosè disse “insegnamento”, si riferiva alla Torà, come si dice della Torà [in Proverbi 4:2]: Poiché Io vi do una buona dottrina; non abbandonate la mia Torà». (b. Ta’anit 7a)

I saggi paragonarono la Torà all’acqua, perché così come l’acqua scende da un livello superiore a uno inferiore, così anche la Torà è discesa dal suo luogo di gloria al regno degli uomini:
Rabbi Ḥanina ben Ida (Fu un Amora palestinese (studioso e rabbino attivo dopo la redazione della Mishnah, vissuto verso la fine del III secolo E.V.) disse: «Perché le parole della Torà sono paragonate all’acqua [in Isaia 55:1]: O voi tutti che siete assetati, venite alle acque? Questo serve a insegnarvi che così come l’acqua scorre da un luogo più alto a uno più basso, così anche le parole della Torà scendono da un luogo elevato a uno umile». (b. Ta’anit 7a)

L’acqua esiste nei cieli come vapore in forma di nuvole, ma resta sempre, nella sua essenza, acqua. Mentre scende come pioggia, resta acqua. Quando arriva sulla terra sotto forma di pioggia e si raccoglie in fiumi e torrenti, resta acqua.

L’acqua è la stessa nei cieli e sulla terra, anche se appare in forme diverse. Che sia in forma di nuvole nel cielo o accumulata in torrenti e fiumi sulla terra, in ogni fase della sua discesa l’acqua resta acqua.

Lo stesso avviene con la Torà nella sua discesa dai cieli. Nei cieli è la Torà, e qui sulla terra è la Torà. La sua essenza resta la Torà.

La Torà di Mosè (e in realtà tutta la Bibbia) è discesa fino a noi in una forma che possiamo intendere e comprendere. L’ineffabile Parola di ADONAI ( Signore) si è rivestita delle vesti del linguaggio umano affinché possiamo ascoltarla e comprenderla. È venuta sotto forma di leggi e comandamenti affinché possiamo pronunciarla e mettere in pratica la Parola di ADONAI.

Quando la osserviamo, permettiamo che la Parola di ADONAI si rivesta delle vesti di carne umana. Incarniamo la Parola di ADONAI sulla terra.

Ciò che ebbe inizio nei cieli come la Parola di ADONAI ineffabile e inconoscibile è disceso come pioggia al livello della terra. La pioggia irriga l’erba e gli esseri viventi la assorbono e la incorporano nel loro essere. Il cielo e la terra si uniscono attraverso questa connessione.

Questa analogia comune della Torà aiuta a spiegare il Messia. Il Verbo (Logos) discese sulla terra e prese le vesti di carne umana come un uomo reale—Yeshua di Nazaret—e formò una connessione tra cielo e terra.

Yeshua (Gesù) pronunciò le parole divine e osservò i comandamenti. Le rivestì con le vesti del suo corpo. Egli è il Verbo fatto carne, la Torà Vivente. Egli è la Parola vivente di ADONAI unita alla sostanza della terra, ma la Sua essenza rimase la stessa sulla terra come in cielo. YESHUA DISSE CHI HA SETE BEVA.

Shalom

Tratto dalla comunità messianica Sukkot

Leone di Giuda


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