Diaconessa

Pubblicato il 7 ottobre 2025 alle ore 20:02

Si fa tanto parlare di ordinazione sacerdotale femminile in relazione al ruolo delle diaconesse nel cristianesimo primitivo, ma chi erano e quali erano i compiti di queste donne non meno necessarie alla comunità cristiana nascente?

Le diaconesse nel cristianesimo primitivo erano figure femminili con ruoli specifici di servizio all'interno della comunità, simili in alcuni aspetti a quelli dei diaconi maschi.

​Il termine deriva dal greco \delta\iota\alpha\kappa o\nu o\varsigma (diákonos), che significa "servitore" o "ministro".

​Ruoli e Funzioni Principali

​Assistenza alle Donne:
Svolgevano un ruolo cruciale nell'assistere le donne, in particolare durante il battesimo per immersione, per ragioni di decenza e riservatezza (unzione del corpo prima e accoglienza dopo l'immersione).

​Servizio e Carità:
Si occupavano della cura dei malati, dei poveri e dei bisognosi all'interno della comunità, un'attività di assistenza e carità.

​Abitazioni e Relazioni:
Visitavano i martiri in prigione, si occupavano della preparazione delle donne catecumene per il battesimo e si ponevano agli ingressi delle donne durante le riunioni. Potevano anche essere inviate nelle case dei cristiani, dove non era appropriato inviare diaconi maschi.

​Riconoscimento nelle Scritture:
La loro esistenza è suggerita già nel Nuovo Testamento. L'esempio più noto è Febe, menzionata da San Paolo nella Lettera ai Romani (16:1-2) come "nostra sorella, che è anche \delta\iota\alpha\kappa o\nu o\varsigma} (diákonos) della chiesa di Cencre" e "patrona" (\pi\rho o\sigma \tau \acute \alpha \tau \iota \varsigma, prostátis) di molti.

​Condizione e Status

​Scelta:
Venivano scelte tra vergini e vedove nell'ordinario sopra i 60 anni (raramente giovani).

​Ministero Ordinato:
Sebbene svolgessero funzioni importanti e fossero considerate ministri (servitori) della comunità, le fonti antiche non riportano una prassi univoca e il dibattito sul fatto che il loro fosse un vero e proprio ministero ordinato (sacramentale) analogo a quello maschile è complesso e tuttora aperto. Il Concilio di Calcedonia (451) menziona la loro "imposizione delle mani", ma il Concilio di Nicea I (325) le aveva considerate tra i laici.

​L'istituzione delle diaconesse era particolarmente diffusa in Oriente (a partire dal III-IV secolo), mentre in Occidente non trovò una diffusione altrettanto marcata e l'uso di questa figura cessò in gran parte verso la fine del primo millennio.

Le diaconesse nel cristianesimo primitivo non potevano esercitare diversi compiti che erano riservati ai diaconi uomini, ai presbiteri (preti) e ai vescovi.

​Le principali limitazioni del loro ministero erano:
​Servizio all'Altare (Liturgia Eucaristica): Non potevano presiedere l'Eucaristia o svolgere la maggior parte dei servizi direttamente legati all'altare, un ruolo che era specifico del diaconato maschile e, in misura maggiore, del presbiterato e dell'episcopato.

​Insegnamento Pubblico agli Uomini: In accordo con le restrizioni generalmente imposte alle donne in alcuni scritti del Nuovo Testamento (come 1 Timoteo 2:12: "Non permetto alla donna di insegnare né di esercitare autorità sull'uomo"), le diaconesse non avevano funzioni di direzione o di insegnamento pubblico rivolte agli uomini. I compiti di insegnamento e guida erano riservati al vescovo e ai presbiteri.

​Ministero che Implicasse l'Ordinazione Sacramentale (Dibattuto): Le fonti storiche non sono unanimi riguardo alla natura del loro ufficio.
Il loro ministero non era, in generale, inteso come un'ordinazione sacramentale equiparabile a quella dei diaconi maschi.
​Il loro ministero era chiaramente distinto e primariamente orientato al servizio (diaconia) e all'assistenza, in particolare verso le donne della comunità (assistenza nel battesimo delle donne, visita alle malate, ecc.).

Le fonti storiche sul ministero delle diaconesse, sebbene non sempre univoche sulla sua natura esatta (sacramentale o meno), sono presenti fin dai primissimi secoli del cristianesimo.

​Le fonti principali si possono suddividere in tre categorie:

​1. Nuovo Testamento
​La fonte più antica e significativa è la menzione di Febe nella Lettera di San Paolo ai Romani:
​Romani 16:1-2: "Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è \delta\iota\alpha\kappa o\nu o\varsigma (diákonos) della chiesa di Cencre..."
​Il termine greco (diákonos) è lo stesso usato per i diaconi maschi, sebbene in questo contesto possa significare genericamente "servitore" o "ministro", suggerisce in ogni caso un ruolo riconosciuto di servizio nella comunità.

​Un altro testo spesso citato è:
​1 Timoteo 3:11: In un passaggio che elenca le qualifiche per i diaconi, si parla anche di "donne" ("Allo stesso modo siano le donne dignitose, non maldicenti, sobrie, fedeli in ogni cosa"). Gli studiosi discutono se "donne" si riferisca alle diaconesse o alle mogli dei diaconi.

​2. Documenti Ecclesiastici e Canoni Conciliari
​Questi documenti, soprattutto in Oriente, definiscono e regolamentano il ruolo:
​Didascalia degli Apostoli (III secolo): Descrive il ruolo delle diaconesse, paragonandolo a quello dello Spirito Santo rispetto al vescovo e al diacono, e ne sottolinea il compito di servire le donne.

​Costituzioni Apostoliche (fine IV secolo): Forniscono una preghiera di ordinazione per le diaconesse e includono le diaconesse tra il clero (anche se il significato di "clero" a quell'epoca poteva essere più ampio di quello odierno).

​Concilio di Nicea I (325 d.C.): Il Canone XIX afferma che le diaconesse, non avendo ricevuto alcuna "imposizione delle mani", devono essere computate "senz'altro fra i laici." Questo canone è spesso citato per negare la natura sacramentale del loro ministero.

​Concilio di Calcedonia (451 d.C.): Il Canone XV stabilisce che "Non si ordini diacono una donna prima dei quarant'anni, e non senza diligente esame. Se per caso, dopo aver ricevuto l'imposizione delle mani e avere esercitato per un certo tempo il ministero, osasse contrarre matrimonio... sia scomunicata." Questo canone sembra confermare un rito di ordinazione (\chi\epsilon\iota\rho o\tau o\nu\acute\iota\alpha, \ cheirotonía) e un ministero riconosciuto (il termine \lambda\epsilon\iota\tau o\upsilon\rho\gamma\acute\iota\alpha, \leitourgia, è usato in alcuni testi per il loro ministero).

​3. Padri della Chiesa e Storici
​Diversi scrittori cristiani fanno riferimento alle diaconesse:

​Plinio il Giovane (circa 111 d.C.): Nelle sue lettere all'imperatore Traiano, menziona di aver interrogato (sotto tortura) due donne che si definivano "ministrae" (servitrici, un possibile riferimento alle diaconesse) per conoscere i riti cristiani.

​Clemente di Alessandria (II-III secolo): Mette in relazione le "donne diaconali" con le donne che accompagnavano Gesù e gli Apostoli.

​San Giovanni Crisostomo (IV secolo): Scrisse a Olimpia di Costantinopoli, una delle diaconesse più note, attestando il suo ruolo e la sua importanza.

​San Basilio (IV secolo): Nelle sue lettere canoniche (specialmente in merito al celibato diaconale) si trovano regole specifiche riguardanti le diaconesse.

In conclusione le diaconesse svolgevano compiti ministeriali essenziali, in particolare per ragioni di decoro e per il servizio alle donne:

​Battesimo: Assistevevano all'unzione (rituale) e all'immersione delle donne durante il battesimo, in quanto era sconveniente che queste parti del rito, che prevedevano la nudità, fossero compiute da uomini.

​Eucaristia: Potevano portare l'Eucaristia alle donne malate o inferme (portare la comunione), ma non avevano il potere di consacrarla.

​Catechesi: Erano responsabili dell'istruzione religiosa (catechesi) di donne e bambini.

​Unzione degli Infermi: Potevano ungere le donne malate con l'olio (in Oriente), anche se il rito completo dell'Unzione degli Infermi come sacramento era riservato ai presbiteri.

​Le fonti storiche indicano che il loro ministero (chiamato leitourgia in alcune fonti) era essenzialmente di servizio (diaconia) e di assistenza alle donne, non era assimilabile in pienezza al diaconato maschile in termini di funzioni strettamente liturgiche come l'omelia in Chiesa o l'assistenza all'altare nel modo in cui lo faceva il diacono uomo.

I loro compiti non meno necessari alla comunità cristiana, erano limitati e orientati a determinati contesti, non come si vuol far credere oggi per giustificare un certo tipo di ambizione, che le diaconesse del cristianesimo nascente non avrebbero mai preteso.


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