Farisei

Pubblicato il 13 ottobre 2025 alle ore 15:19

I Farisei erano una delle principali correnti religiose e politiche del giudaismo sorte intorno al II-I secolo a.C., all'epoca dei Maccabei, ed è spesso menzionata nel Nuovo Testamento, in particolare nei Vangeli.

​Punti chiave della loro dottrina e pratica:

​Osservanza della Legge (Torah) Sottolineavano che la vera pratica religiosa consisteva nell'adempimento della Legge da parte di ogni individuo, non solo nel culto e nei sacrifici del Tempio.

​Tradizione Orale
Oltre alla Legge scritta (i primi cinque libri della Bibbia), attribuivano grande autorità anche alla Torah Orale (le tradizioni umane), che ritenevano fosse una "siepe" per impedire che la Legge fosse infranta.

​Credenze
A differenza dei Sadducei, credevano in:
​La risurrezione dei morti.
​L'immortalità personale e la retribuzione dopo la morte.
​L'esistenza degli angeli e degli spiriti.
​Concezione del Destino: La loro posizione era intermedia, ritenevano che alcune cose fossero determinate dal destino, ma altre dipendessero dal libero arbitrio dell'uomo.
​Successiva Influenza: Dopo la distruzione del Tempio nel 70 d.C., il movimento farisaico ebbe un'influenza decisiva sulla ricostruzione del giudaismo, evolvendosi nel giudaismo rabbinico (la forma normativa moderna).

​Nel Nuovo Testamento, Gesù critica spesso i Farisei, non tanto per l'osservanza della Legge, quanto per il loro formalismo religioso, il legalismo e l'ipocrisia, accusandoli di preoccuparsi più delle apparenze e dei precetti minori che della giustizia, della misericordia e della fedeltà a Dio.

L'influenza dei Farisei sul ministero pubblico di Gesù fu principalmente di natura dialettica e teologica, fungendo da principale interlocutore e, spesso, antagonista. Il confronto con i Farisei ha permesso a Gesù di chiarire e definire i principi fondamentali del Suo insegnamento.

​1. Punti di Contatto e Affinità
​Nonostante il conflitto narrato nei Vangeli, Gesù aveva diversi punti dottrinali in comune con i Farisei, che li distinguevano dai Sadducei:

​Riconoscimento della Legge (Torah): Entrambi riconoscevano l'autorità della Legge di Mosè. Gesù stesso affermò: "Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento" (\text{Matteo } 5:17).

​Dottrine Fondamentali: I Farisei credevano nella risurrezione dei morti, nell'esistenza degli angeli e in una vita ultraterrena con ricompense e punizioni, dottrine che erano condivise da Gesù e che Egli difese contro il Sadducei.

​Enfasi sull'Etica Quotidiana: Come i Farisei, Gesù pose grande enfasi sull'osservanza della Legge nella vita quotidiana dell'individuo, non solo sui riti del Tempio.

​2. Le Principali Aree di Conflitto (Critica di Gesù)
​Il ministero di Gesù fu modellato in gran parte dalle Sue critiche radicali alle interpretazioni e alle pratiche farisaiche. Il Suo messaggio si contrapponeva al loro legalismo e formalismo.

3. Impatto sul Ministero
​I Farisei non solo fungevano da oppositori teologici, ma la loro costante messa in discussione e i loro tentativi di "mettere alla prova" Gesù hanno costretto Lui a:

​Chiarire la Sua Autorità: Le loro sfide riguardo all'osservanza del sabato o alla Legge portarono Gesù a rivendicare un'autorità superiore, a volte implicita ("il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato") o esplicita.

​Definire il Regno di Dio: Le loro aspettative politiche di un Messia liberatore, unite al loro rigore, diedero a Gesù l'opportunità di definire il Suo Regno come un'entità spirituale e morale basata sull'amore e sulla conversione interiore, distaccandosi dalle visioni puramente nazionalistiche o legalistiche.

​Preparare i Discepoli: Gesù utilizzò l'esempio dei Farisei come monito per i Suoi seguaci: "Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia" (Luca 12:1). Il loro esempio negativo rafforzò l'appello di Gesù a un discepolato basato sull'umiltà e sul servizio.

La teologia farisaica non si sviluppò come un sistema unitario all'interno del cristianesimo primitivo; piuttosto, la sua influenza si manifestò principalmente attraverso il contesto giudaico in cui il cristianesimo nacque e si diffuse, e nelle polemiche teologiche che ne scaturirono.
​I Farisei erano un importante gruppo religioso del giudaismo del Secondo Tempio (dal II secolo a.C. circa all'inizio dell'era cristiana) e la loro teologia fornì lo sfondo per molte delle discussioni e delle divisioni all'interno delle prime comunità cristiane.

​Punti Centrali della Teologia Farisaica Rilevanti
​La teologia farisaica, così come si presenta (spesso in modo polemico) nel Nuovo Testamento e in altre fonti, aveva diversi elementi che interagirono con la nascente fede cristiana:

​Autorità della Legge (Torah): I Farisei credevano nell'importanza sia della Torah Scritta che della Legge Orale (le tradizioni interpretative e applicative della Legge), dando grande enfasi all'osservanza scrupolosa dei precetti per vivere una vita santa e gradita a Dio. Questo è l'aspetto più noto della polemica di Gesù nei Vangeli, in cui Egli critica un'osservanza che può sfociare nell'ipocrisia o che privilegia la forma esteriore a scapito della giustizia e dell'amore (Matteo 23:25-28).

​Risurrezione e Vita Eterna: A differenza dei Sadducei, i Farisei credevano nella risurrezione dei morti e nell'esistenza di una vita ultraterrena e degli angeli. Questa dottrina era fondamentale per il cristianesimo nascente, il cui messaggio centrale era la risurrezione di Gesù Cristo.

​Providennza e Libero Arbitrio: Credevano in una combinazione di provvidenza divina (il destino) e libero arbitrio umano, riconoscendo all'uomo la responsabilità delle proprie azioni.

​Influenza nel Cristianesimo Primitivo
​L'interazione tra la teologia farisaica e il cristianesimo primitivo è visibile in due aree principali:

​1. Il Giudaismo Cristiano
​Molti dei primi seguaci di Gesù erano ebrei osservanti che probabilmente avevano un background farisaico o ne erano influenzati. Questi "giudeo-cristiani" inizialmente continuavano a rispettare la Legge mosaica, inclusa la circoncisione, le norme alimentari (kashrut) e le festività, vedendo il cristianesimo come il compimento del giudaismo.

​Apostolo Paolo: Un esempio cruciale è Paolo di Tarso, che si descrisse come "fariseo, figlio di farisei" e fu allievo di Gamaliele (Atti 23:6; 22:3). Dopo la sua conversione, la sua formazione farisaica influenzò profondamente la sua teologia, in particolare nel modo in cui articolò il concetto di legge, peccato e giustificazione per fede, in contrasto con la salvezza ottenuta per mezzo delle "opere della Legge" (come interpretate nel giudaismo farisaico del tempo).

​2. Le Controversie sulla Legge
​La necessità di definire la relazione tra il Vangelo di Cristo e la Legge mosaica portò a una crisi teologica che fu decisiva per il futuro del cristianesimo, in particolare con l'ingresso dei Gentili (non-ebrei) nella comunità.

​Concilio di Gerusalemme (Atti 15): Alcuni credenti provenienti dal gruppo dei Farisei sostenevano che i Gentili dovessero essere circoncisi e osservare la Legge di Mosè per essere salvati. Questo portò al Concilio di Gerusalemme, dove si decise che i credenti Gentili non erano vincolati dalla Legge Mosaica, stabilendo di fatto un percorso distinto tra il cristianesimo e l'ebraismo farisaico, che in seguito si evolse nel giudaismo rabbinico.

​La teologia farisaica fu la matrice intellettuale contro cui il cristianesimo primitivo dovette definire la propria identità, in particolare riguardo al ruolo della Legge e alla dottrina della salvezza, pur condividendo con essa concetti fondamentali come la risurrezione dei morti.


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